domenica 9 dicembre 2012

Stratigrafia copertura

Il tetto, è un pò come il camino di casa, essendo posto in alto è un canale privilegiato per la dispersione del calore, questione di gradiente atsmoferico ed altre amenità complicate da spiegare.
Da qui l'importanza di una corretta progettazione, e se per garantire il confort termico invernale è un gioco da ragazzi, basta isolare nel modo giusto, per il benessere estivo la storia si complica, e non poco.
C'è poi il problema umidità, per evitare a tutti i costi condense non basta una corretta progettazione ma occorre anche una giusta posa, e purtroppo su questo aspetto molte imprese sono ancora poco o per nulla qualificate.
Vabbè, dopo questo piccolo e breve dilungamento vediamo quale stratigrafia abbiamo scelto:

A partire dal basso, dopo la struttura portante in legno lamellare troviamo un freno al vapore che permette il passaggio del vapore (e quando si vedono posare barriere, che come dice il termine fa da muro invalicabile all'uscita delle goccioline d'acqua con tutti i problemi che ne derivano, c'è da mettersi le mani nei capelli...) verso la fibra di legno, posata in tre strati di cui i primi due a media densità (170 kg/mc) e l'ultimo ad elevata densità (230 kg/mc). Inutile dire che l'effetto isolamento è dettato in massima parte dalla fibra.
Qualcuno chiederebbe: perchè proprio la fibra di legno e non un materiale plastico tipo polistirolo? La risposta è semplice: investo di più (la fibra di legno costa un pò di piu del polistirolo) per garantirmi maggior benessere d'estate, aumentando lo sfasamento termico.
Sfasamento termico??? Che brutta parola! Però fa tutta la differenza del mondo, tra un tetto realizzato come si deve ed uno no. 
Infine, il pacchetto d'isolamento termina con un telo traspirante che, non inganni la parola, fa da barriera al vento ed all'acqua (pensiamo se si dovesse rompere o spostare una tegola) e lo strato di ventilazione, che serve per portare via il caldo durante la stagione estiva.